Progetto Ceneri

Progetto Ceneri

Progetto valorizzazione dei sottoprodotti delle ceneri proveniente dalla combustione (biamassa e termovalorizzatori).

”Cenere” è il termine generico usato per descrivere la materia inorganica in un combustibile. Ad esempio in combustibili da biomassa, il contenuto di cenere può provenire da materiali che la pianta ha assorbito dall’acqua o dal suolo durante la sua crescita, o dalla catena di approvvigionamento, ad esempio dal terreno raccolto insieme alla biomassa. Quantità e composizione della cenere, definita come il residuo solido della combustione, cambiano soprattutto in base alla tipologia della biomassa bruciata e alla temperatura di combustione. I maggiori elementi presenti nelle ceneri sono: calcio (Ca), potassio (K), magnesio (Mg), silicio (Si), alluminio (Al), ferro (Fe) e fosforo (P), mentre carbonio (C) e azoto (N) sono quasi totalmente assenti perché volatilizzano durante la combustione. Gli inceneritori di rifiuti solidi urbani producono annualmente in Europa circa 20 milioni di tonnellate di scorie che in molti paesi europei (Germania, Olanda, Francia, Danimarca) vengono in larga parte riutilizzate, mentre in Italia, allo stato attuale, sono destinate per lo più allo smaltimento in discarica (cfr par. 4.1.2 e 4.1.3).  La normativa di riferimento per la gestione delle ceneri pesanti è il D.Lgs 152/06 e s.m.i che classifica le scorie da termovalorizzatore come rifiuti speciali non pericolosi, con il codice CER 19 01 12 (“ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 19 01 11”). 

Recentemente, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 205 del 3/12/2010, che recepisce la direttiva 2008/98/CEE e modifica la parte IV del D.Lgs. 152/2006, è venuta alla ribalta la questione della possibile classificazione delle scorie come rifiuto pericoloso, tema ancora oggi controverso e molto dibattuto. Le scorie da incenerimento potrebbero essere classificate come rifiuti pericolosi per via del pH estremamente basico (in genere compreso tra 10 e 13); sostanze caratterizzate da un pH compreso tra 11,5 e 13,0 vengono infatti classificate come rifiuto pericoloso in quanto corrosive (H8) e/o irritanti (H4); per dimostrare la loro non pericolosità è necessario effettuare un percorso analitico piuttosto complesso (cfr par. 3.2). Sulla base dei risultati analitici, in particolare per la presenza di metalli pesanti, potrebbe inoltre essere attribuita alle scorie da incenerimento la caratteristica di pericolo “eco-tossico” (H14).

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